Dalla strada all’atelier
La poetica di Art Is Trash, nome d’arte di Francisco de Pájaro, è unica nella scena internazionale della street art. Il suo linguaggio non si limita alla pittura murale o al graffito: la sua cifra distintiva è la capacità di trasformare rifiuti e materiali abbandonati in sculture effimere, che vivono nello spazio urbano come apparizioni improvvise. Parallelamente, nell’atelier sviluppa opere più durature, pensate per collezionisti e gallerie, mantenendo però lo stesso spirito ironico e critico che lo ha reso celebre.
Tecnica in strada: scultura effimera e performance urbana
1. Raccolta del materiale
Il processo creativo inizia con un gesto semplice: camminare per la città. Nei quartieri di Barcellona come Poblenou, Raval o Gràcia, l’artista osserva i marciapiedi, i cassonetti e gli angoli dimenticati. Cartoni, sacchi della spazzatura, mobili rotti, scope, vecchi elettrodomestici: tutto può diventare materia prima.
In questo momento non cerca oggetti “belli”, ma forme con potenzialità: un manico che può diventare braccio, un sacco che sembra un busto, un cartone che si piega come volto.
2. Assemblaggio rapido
Il passo successivo è assemblare direttamente in loco. Con nastro adesivo, graffette improvvisate o semplicemente sovrapponendo elementi, Francisco crea figure che sembrano emergere dal caos. Non usa strutture complicate: la fragilità è parte del messaggio.
3. Pittura e disegno
Una volta costruita la base, interviene con pittura acrilica, pennarelli e spray. Il segno più riconoscibile è la linea nera spessa, che definisce contorni e soprattutto gli occhi enormi delle sue creature. Con pochi tratti dà vita al rifiuto: un sacco della spazzatura diventa volto, un cartone si anima, una scopa diventa coda.
4. Effimero come regola
Le sue opere non sono pensate per durare. Spesso vengono rimosse la notte stessa dai netturbini o raccolte dai passanti incuriositi. L’artista non resiste a questa caducità: la abbraccia. È parte integrante della sua performance urbana, un rito che trasforma l’oggetto scartato in protagonista per poche ore.
Tecnica in atelier: dal gesto effimero alla memoria duratura
Quando lavora in atelier, Francisco mantiene la stessa energia istintiva, ma adatta le tecniche per dare longevità e collezionabilità alle sue opere.
1. Supporti e materiali
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Tele e cartoni riciclati: il cartone, simbolo del suo lavoro urbano, diventa spesso superficie pittorica, nobilitato come supporto artistico.
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Legno e metallo: a volte integra materiali più resistenti, mantenendo però l’estetica dello “scarto”.
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Carta e mixed media: collages, strappi e assemblaggi rimandano alla precarietà della strada.
2. Tecnica pittorica
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Usa acrilici e spray per colori vividi.
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La linea nera rimane marchio di fabbrica: contorni netti, occhi e bocche che creano espressioni teatrali.
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Inserisce frasi ironiche e slogan: parole che amplificano il tono satirico.
3. Opere tridimensionali
In atelier realizza anche sculture più durature: assemblaggi di oggetti trattati e fissati con resine o strutture in legno. In questo modo porta la dimensione scultorea della strada dentro la galleria, senza perdere la sua identità.
4. Documentazione come arte
Molte delle installazioni stradali sopravvivono solo attraverso fotografie. L’artista stesso e i passanti documentano le opere, che diventano così memoria visiva. In alcuni casi, Francisco ha trasformato queste foto in stampe artistiche, unendo immagine e narrazione.
Differenza tra strada e atelier
Aspetto | Tecnica in strada | Tecnica in atelier |
---|---|---|
Materiali | Rifiuti trovati (cartoni, sacchi, mobili) | Cartoni selezionati, legno, tele, resine |
Durata | Ore o pochi giorni | Anni, pensate per collezionisti |
Processo | Rapido, improvvisato, istintivo | Più lento, con cura dei dettagli |
Messaggio | Critica sociale immediata | Elaborazione e riflessione |
Risultato | Scultura effimera/performance | Opera pittorica o scultorea duratura |
Significato della tecnica
La forza della tecnica di Art Is Trash sta nella sua coerenza concettuale:
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In strada, il rifiuto diventa voce politica e ironica, un modo per mostrare ciò che la società scarta.
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In atelier, lo stesso linguaggio si trasforma in opera collezionabile, ma senza perdere l’anima critica.
In entrambi i contesti, il messaggio è chiaro: la bellezza può nascere da ciò che rifiutiamo, e l’arte è un atto di ribellione che ridà vita al dimenticato.
Conclusione
La tecnica di Art Is Trash unisce gesto istintivo e critica sociale, effimero e duraturo, strada e atelier. È questo che lo rende un artista unico nella scena di Barcellona e nel mondo: un autore capace di muoversi tra il marciapiede e la galleria, tra l’opera che scompare e quella che resta. Le sue figure dagli occhi grandi sono la prova che anche la spazzatura può diventare poesia.
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